Chi decide di vendere dei prodotti per hobby e in genere per arrotondare con piccole entrate, è spesso coinvolto da un dubbio di natura fiscale, laddove si cominci a svolgere questa attività con più frequenza e soprattutto della necessità o comunque di obblighi di legge per l’apertura di una partita Iva.
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Vendere come hobbista, quando aprire partita Iva
Va subito evidenziato che per capire se si è obbligati o meno all’apertura della partita Iva, è sempre opportuno identificare il tipo di attività svolta, con una particolare attenzione verso modalità temporali e guadagni realizzati.
Un’attività come la vendita di prodotti per hobby, non presenta riferimenti normativi ben precisi a carattere nazionale e il più delle volte si rinvia a disposizioni regionali che considerano tali categorie, come “soggetti non professionali che vendono prodotti realizzati con il proprio ingegno di piccolo valore, in via del tutto occasionale”.
Ecco quindi i due fattori evidenziati in precedenza, di modalità temporale e guadagni realizzati e che se relativi ad attività occasionali e importi di modesto importo, non richiedono l’apertura della partita Iva per la categoria dell’hobbista.
A rafforzare l’idea del non obbligo della partita Iva per attività occasionali e di modesto valore di proprie creazioni a terzi, anche alcuni riferimenti normativi che considerano appartenente a tali categorie, attività su:
- Vendite o baratto di importi non superiori ai 250 euro e per un totale annuo non superiore ai 5000 euro.
- Attività occasionale che non superi un periodo temporale di 30 giorni nell’anno.
In tali casi, vi è comunque un obbligo di rilasciare una ricevuta non fiscale, in cui sono indicati il proprio codice fiscale e dati sulla vendita realizzata delle proprie creazioni.
Obbligo partita iva per hobbisti
Viceversa nel caso in cui uno di questi requisiti non è rispettato è la propria attività sia realizzata con più frequenza e soprattutto su importi più significativi, è obbligatoria la partita Iva e una serie di adempimenti fiscali stabiliti dalla legge anche per tali categorie, come:
- Iscrizione alla Camera di Commercio, poiché tale attività viene considerata rientrante nella sezione commercianti o artigiani.
- Adempimenti per la richiesta e l’attribuzione di una partita Iva.
- Segnalazione certificata di inizio attività nel Comune in cui sarà svolta l’attività.
- Adempimenti fiscali quali la tenuta di registri contabili, emissione fatture e dichiarazione dei redditi mediante il modello unico.
In definitiva, laddove l’attività sia svolta in modo occasionale e con piccoli importi, è possibile emettere solo una ricevuta non fiscale che attesti la vendita eseguita, mentre nel caso in cui l’attività cominci a crescere (sia in termini di importi e sia in termini di impegni temporali) si passa alla richiesta di apertura di partita Iva e agli adempimenti fiscali previsti dalla legge.