Vendere beni digitali online: guida al fisco in 3 mosse

Buonasera, le scrivo per avere informazioni riguardo l’eventuale apertura della partita iva usufruendo dei suoi servizi. Sarei interessata alla vendita di key (beni digitali) esempio: antivirus, sistemi operativi etc….Quale regime fiscale dovrei scegliere?
Grazie mille per l’attenzione. Le auguro buon lavoro
Distinti saluti Ilaria

Vendere beni digitali

Quella che vedi sopra è l’email che mi ha scritto qualche giorno fa Ilaria. Cercando su google informazioni inerenti la vendita di beni digitali tramite download a pagamento, è arrivata al mio blog. Se anche tu vuoi avviare un’attività simile seguimi, ti spiegherò in 3 punti quali sono gli adempimenti fiscali per aprire l’attività ed essere in regola con il fisco.

Rispondo innanzitutto al quesito posto da Ilaria. 

Quale regime fiscale scegliere?

Attualmente esiste un unico regime fiscale agevolato, in alternativa al regime ordinario, che consente di risparmiare qualcosa sulle tasse da pagare. Parlo del cosiddetto “regime forfettario”.

Quali sono i vantaggi del regime forfettario?

Essenzialmente 2 a mio avviso:

    • Tassazione ridotta. Si paga solo il 5% di tasse
    • Risparmio del -35% sui contributi inps da pagare, rispetto a quanto si versa normalmente.

Inoltre, il regime forfettario, a differenza del vecchio regime dei minimi, consente di effettuare vendite sia in Italia, UE e ExtraUe, non ci sono quindi limitazioni in tal senso. Per capirci quando parlo di regime forfettario oppure ordinario, parlo di regimi fiscali, cioè le modalità con cui viene calcolato il tuo guadagno sui cui poi paghi le tasse.

COME APRIRE LA TUA ATTIVITA’ ONLINE: I 3 PASSAGGI ESSENZIALI

1) Vendere prodotti digitali online, partita iva ed adempimenti fiscali

La vendita di beni digitali è un’attività di “commercio elettronico diretto”; vuol dire cioè che il cliente, una volta eseguito il pagamento, ha subito a disposizione il bene acquistato. Non c’è quindi la spedizione materiale del bene. E’ un’attività commerciale e come tutte, oltre all’apertura della partita iva, devi:

  • iscriverti alla Camera di Commercio;
  • aprire una posizione Inps;
  • presentare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) presso il Suap (Sportello Unico Attività Produttive) dove hai la residenza.

2) Quanto costa aprire l’attività?

Per tutte le pratiche di avvio attività i costi si aggirano intorno alle 100 euro (bolli e diritti da versare alla Camera di Commercio). Devi inoltre aprire una pec (posta elettronica certificata), dove ricevere tutta la documentazione inerente l’apertura della partita iva (certificazione attribuzione partita iva, visura camerale, ricevuta iscrizione all’Inps). Il costo per aprire la pec è irrisorio, se guardi su Aruba costa circa 5 euro + iva.

Come ho scritto in precedenza devi iscriverti all’Inps e versare i contributi, circa 3600 euro all’anno. Però:

  • se hai i requisiti per aderire al forfettario (puoi contattarmi per verificare se rispetti tutte le condizioni), risparmi il 35%, quindi versi circa 2340 euro
  • se invece svolgi l’attività come secondo lavoro perchè sei dipendente allora potrai richiedere l’esonero e non versare altri contributi.

3) Fatturazione vendita beni digitali e registro dei corrispettivi

Dal momento che non è più obbligatorio emettere fattura per ogni singola vendita, puoi annotare gli incassi sul registro dei corrispettivi, che acquisti in edicola. Sulla modalità di compilazione ho scritto già un articolo dal titolo “Come compilare il registro dei corrispettivi“. Ti rimando quindi alla lettura di questo articolo dove spiego come procedere.

Per avere maggiori informazioni circa l’avvio dell’attività e ricevere un preventivo per la gestione della contabilità puoi contattarmi qui

 

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