Tassazione del Tfr mensile in busta paga

In attesa della pubblicazione del testo definitivo della legge di Stabilità 2015 emergono i primi dettagli su alcuni punti di cui si è discusso tanto in queste ultime settimane.
Mi riferisco alla possibilità per i lavoratori del settore privato di richiedere il tfr mensilmente in busta paga, scelta questa che deve essere ponderata soprattutto considerando la tassazione a cui è soggetta.
Da questo punto di vista infatti non mi pare ci siano buone notizie.

Come si può leggere dall’art. 6 della legge di stabilità 2015, contrariamente a quanto ipotizzato, la tassazione applicata sarà quella ordinaria, quindi soggetta ad Irpef.
Un punto questo che se confermato anche nel testo ufficiale che verrà approvato dal Parlamento renderà questa scelta poco conveniente soprattutto per quei redditi che superano 15.000 euro.
Come noto infatti, l’Irpef si calcola a scaglione di reddito, perciò più è alto il reddito meno conveniente risulta essere la scelta di richiedere l’anticipazione del tfr mensilmente in busta paga.
La manovra ha carattere sperimentale, visto che sarà valida per il periodo compreso tra marzo 2015 e giugno 2018, e solo se il dipendente lo richiede.
Non scatterà quindi in modo automatico e la scelta qualora esercitata, è irrevocabile fino al termine del 30 giugno 2018.
Esclusi i lavoratori domestici, i lavoratori del settore agricolo e quelli di aziende in crisi o con una procedura concorsuale aperta.

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