Regime dei minimi o nuove iniziative produttive?

Buongiorno, mi chiamo Antonio, e stò da tempo cercando informazioni sui vari regimi fiscali per un progetto a cui stò lavorando, ma ho molti dubbi, e Le sarei grato se mi consigliasse cosa fare. Riassumo brevemente la situazione.

L’idea è quella di aprire un e-commerce per la vendita di accessori, la partita iva la dovrebbe aprire la mia compagna che al momento è disoccupata. Non sappiamo stimare il volume d’affari a cui andremo incontro, quindi non sappiamo se è meglio aderire al regime dei minimi o al fortettino. Ipotizzando di non eccedere dai limiti del regime dei minimi che differenze di costi abbiamo tra i due regimi? Per i minimi è obbligatoria la marca da bollo per le fatture sopra i 77 euro? La paura è quella di eccedere dai limiti e dover pagare l’iva su tutte le vendite effettuate, o si paga solo sulle fatture emesse? il che cambierebbe dato che non siamo obbligati ad emettere fattura ai privati, ma sono su richiesta. Grazie per la disponibilità.

 

Salve Antonio. La scelta tra i due regime dipende molto dal volume d’affari e dal mercato di riferimento. Mi spiego.
Attualmente il regime fiscale più conveniente è sicuramente il regime dei minimi con una tassazione davvero irrisoria, solo il 5% sugli utili. L’adesione al regime dei minimi preclude però la possibilità di vendere fuori UE. Quindi, se per esempio volesse sfruttare il mercato statunitense per effettuare la vendita dei suoi prodotti non potrebbe certo aderire al regime dei minimi.

Come anticipato da lei c’è poi da considerare il volume d’affari. Se supera infatti il limite dei 30.000 euro perderà i requisiti per restare nel regime dei minimi. Se addirittura supera il limite dei 45.000 euro uscirà dal regime dei minimi già nell’anno in corso e dovrà versare l’iva su tutte le operazioni effettuate, avendo però la possibilità di detrarre l’iva sugli acquisti.

In caso di apertura partita iva in corso d’anno i due limiti vengono rapportati.

1 commento su “Regime dei minimi o nuove iniziative produttive?”

  1. michele buonvino

    Salve, sono Michele Buonvino di Fano.Le sottopongo alcune questioni che credo siano di largo interesse.Sono pensionato INPDAP,ho 69 anni e vorrei iscrivermi al regime dei minimi per vendere sculture in terracotta che produco.Devo iscrivermi, alla mia eta’ all’INPS? credo che la risposta sia SI,ma il mio quesito e’ un altro: perche’ subire una vera e propria ingiustizia tributaria pagando il minimale all’INPS, alla pari di un giovane iscritto che ha davanti un’intera vita contributiva? si tratta di una disparita’ di trattamento,ai fini pensionistici, considerando appunto le attese di vita dei due soggetti.A chi devo fare ricorso contro questo iniqiuo trattamento normativo che di fatto mi obbliga a stare ai giardinetti, non potendo pagare 3600 euro di contributi INPS,appena si inizia e senza sapere di alcun ricavo?
    seconda questione:i pensionati INPS ultra65 enni che vogliono fare gli artigiani o i commercianti pagano il 50% del minimale,quelli INPDAP,come me, pagano per intero,E’ un’assurdita? per entrambi,scusi, gli effetti pensionistici futuri, conseguenti ai versamenti che si ANDRANNO A FARE,sono identici, perche’ allora i pensionati inps possono versare 1800 euro e quelli INPDAP 3660? Voglio portare in tribunale l’INPS, per tale ingiustizia,come fare?al compimento dei 70 anni,devo allora versare il minimale se mi iscrivo come scultore ?grazie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

× Hai bisogno di aiuto?