Il procacciatore d’affari occasionale, ecco la nostra guida per un corretto inquadramento fiscale. Tutto quello che c’è da sapere sull’apertura della partita iva.
Il procacciatore d’affari occasionale è una figura un pò anomala, con diversi aspetti molto simili all’agente di commercio. Si tratta di una figura molto diffusa nel settore immobiliare, ma non solo. Vediamo quali sono gli adempimenti a cui è soggetto.
Sommario
Cosa fa il procacciatore d’affari
Molto semplicemente il procacciatore d’affari è colui che per conto di un’azienda si occupa della conclusione di contratti, affari, senza nessun vincolo di stabilità.
Lavora in piena autonomia, non deve sottostare ad orari di lavoro o istruzioni dettate dall’impresa sulle modalità di svolgimento del lavoro. Di contro non ha un compenso fisso e non ha nessuna esclusiva, vale a dire nessuna delimitazione specifica del territorio.
Sono tutti questi diversi aspetti che lo differenziano dall’agente di commercio.
Il procacciatore d’affari occasionale deve aprire partita Iva?
Proprio perché l’attività viene svolta in modo occasionale, non ha l’obbligo di aprire la partita iva, né si deve iscrivere in Camera di Commercio o in appositi Albi. Non deve essere effettuata neanche l’iscrizione all’Inps, ma tutto questo solo se l’attività viene svolta occasionalmente e i compensi non superano 5.000 euro. Se non ci sono queste due condizioni allora il procacciatore d’affari deve aprire la partita iva.
Dichiarazione dei redditi procacciatore d’affari occasionale
I compensi dovranno essere dichiarati nel modello Unico quadro RL dove verrà anche indicata la ritenuta d’acconto. A tal fine occorrerà richiedere all’azienda mandate la certificazione di versamento della ritenuta. Con compensi inferiori a 5.000 euro quasi sicuramente la dichiarazione dei redditi si chiuderà con un credito Irpef che potrà essere richiesto a rimborso o utilizzato in compensazione per il versamento di altri tributi.
Ricevuta procacciatore d’affari occasionale
Non avendo partita iva il procacciatore d’affari occasionale non può emettere fattura, ma si limita a rilasciare una ricevuta per i compensi percepiti. Sulla ricevuta andrà calcolata la ritenuta d’acconto del 23% sul 50% del compenso; andrà inoltre applicata una marca da bollo da 2 euro se l’ammontare supera € 77.
Fac simile contratto procacciatore d’affari occasionale
Per quanto riguarda il contratto o lettera d’incarico da stipulare con l’azienda mandante, è sufficiente una semplice scrittura privata, da redigersi in bollo. Nel contratto verrà stabilito l’oggetto dell’attività svolta, la durata e la risoluzione.
Scarica un fac simile di contratto:
fac simile contratto procacciatore d’affari occasionale
Procacciatore d’affari con partita iva
Come abbiamo detto in precedenza se il procacciatore d’affari svolge l’attività in modo continuativo e/o supera 5.000 euro di compensi allora dovrà obbligatoriamente aprire la partita iva. Occorrerà inoltre effettuare l’iscrizione al Registro Imprese e all’Inps.
Il codice ateco è il 46.19.02 – Procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuno. Esistono anche codici attività più specifici.
Contattami per richiedere una consulenza sulla figura del procacciatore d’affari occasionale.
Buonasera, disegnatore autonomo con partita Iva (forfettario) iscritto alla G.S. INPS.
Ho segnalato un cliente ad un mobiliere che mi riservato 5300 euro..
Ho emesso ricevuta con rit. acconto 23% sul 50% dell’importo. Per i contributi G.S. Inps posso iscrivere a quadro RR sez. II , utilizzato per la mia attività, un secondo reddito con cod. 4 e versare in unica soluzione?
Grazie
salve, come azienda in base alla nuova legge sul lavoro occasionale posso inquadrare un mio collaboratore come procacciatore d’affari occasionale senza dover fare la comunicazione o bisogna comunque fare la comunicazione di inizio collaborazione? Non trattasi di una collaborazione breve ma a lungo termine ma fatta non in modo continuativo. Come procacciatore d’affari appunto, segnalazione di potenziali clienti. Grazie
Salve, volevo delucidazione in merito alla normativa sul procacciatore d’affari, in quanto dopo aver avuto un accordo verbale con un cliente il quale gli ho procacciato un affare da 106 mila euro con un utile di circa 48 mila euro, lui avrebbe dovuto corrispondermi la somma pari al 50 % del guadagno che corrispondeva a circa 24 mila euro, che gli dovrei fatturare come intermediario / procacciatore.
Ma adesso a cose fatte lui mi vuole negare quanto stabilito verbalmente in presenza di terze persone, e vorrebbe riconoscermi solo una somma irrisoria, facendo testo che le percentuali per legge sono al massimo dal 3 al 5 %.
Vorrei sapere come comportarmi e quali sono i modi per potermi tutelare e avere quanto concordato prima della transazione. Grazie