P2P Lending, quali tasse? Guida fiscale

Buonasera. Espongo brevemente la mia situazione. A partire da gennaio 2020 ho iniziato ad investire in attività finanziare su piattaforme estere (p2p lending), al momento ho investito circa 4400€, sui quali si prevede un profitto a fine anno di circa 400€. Totale quindi 4800€. Detto ciò, parlando di cifre simili, e non avendo al momento altri redditi, ritenete necessaria l’apertura della partita IVA al fine unico di dichiarare queste somme? Sono cosciente del fatto di dover pagare l’IVAFE e una percentuale sul profitto. Come preferibile agire? Quali sarebbero i costi?

P2P Lending, cos’è?

Ricevo svariate richieste di consulenze come quella che hai appena letto sul tema Peer to peer Lending (P2P lending), vale a dire prestiti tra privati erogati tramite piattaforme online quali Bondora, Criptalia, Trusters, Mintos, ecc..

In alternativa ai canali trazionali, un privato che ha bisogno di un finanziamento per acquistare un auto, ristrutturare la casa può ricorrere al P2P Lending. Apposite piattaforme online mettono in contatto chi ha bisogno di un prestito e chi è disposto a concederlo in cambio di un interesse. La piattaforma guadagna in cambio una piccola commissione.

Quali sono i vantaggi? Soprattutto in caso di importi bassi, il prestito viene erogato in tempi più brevi rispetto ai canali tradizionali, con la possibilità di spuntare un tasso d’interesse più basso.

Chi presta il denaro invece, ha la possibilità di diversificare il proprio portafoglio investimenti, concedendo piccoli importi a più soggetti diminuendo così il rischio dell’investimento. Altro aspetto positivo la possibilità di decidere se concedere prestiti a breve termine o a medio-lungo termine.

P2P Lending, quali tasse si pagano?

Veniamo al punto per cui ho deciso di scrivere questo articolo. Chi investe nel P2P Lending deve dichiarare gli interessi? Quali tasse si pagano?

Possono verificarsi due casi:

  1. la piattaforma è gestita da un intermediario finanziario iscritto all’albo: in questo caso i proventi derivanti dal peer to peer sono assimilati ai redditi di capitale e quindi vengono assoggettati a ritenuta alla fonte del 26% con conseguente esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi;
  2. qualora si utilizzi una piattaforma operante all’estero che non opera come sostituto d’imposta il contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi per dichiarare e pagare le imposte sui proventi, compilando il quadro RL. Dovrà inoltre compilare il quadro RW della dichiarazione dei redditi ai fini del monitoraggio.

Sul tema puoi consultare la risposta n. 169 all’interpello presentato all’Agenzia delle Entrate, che puoi scaricare qui.

Per concludere, quest’articolo non vuole essere spunto per consigliarti di investire nel P2P Lending, ma vuole solo analizzare il Peer to peer Lending dal punto di vista fiscale.

Se hai bisogno di presentare la dichiarazione dei redditi per dichiarare gli investimenti del P2P Lending contattami pure.

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