Vendere infoprodotti: guida fiscale all’apertura della partita iva

Buongiorno Dott. Marra,
sto per aprire partita iva per la vendita di infoprodotti, più nello specifico si tratta di ebook. Inoltre, sviluppo siti web, gestisco campagne su facebook ads e adwords. Ho anche diversi siti web e mensilmente ricevo l’assegno di Google Adsense. Devo dichiarare questi introiti? Ho sentito 3 commercialisti, per uno sono libera professionista (gestione separata inps), per uno impresa artigiana, per un altro impresa con iscrizione alla cassa commercianti. Io temo che nessuno dei tre sappia quel che dice. Vorrei avere un suo parere in merito ed eventualmente un preventivo per regolarizzare la mia posizione. Ringrazio anticipatamente.

Affiliate marketing e partita iva

Quello che vedete è solo una delle tante email che ricevo ormai sempre più con una certa frequenza. C’è sempre tanta confusione e tanta personalmente ne leggo sul web. Molti mi chiedono se devono aprire la partita iva o possono almeno inizialmente evitarla perché, essendo all’inizio, non sanno bene quanto possa essere per loro l’attività redditizia. Su molti siti si legge che non si è obbligati ad aprire la partita iva se gli introiti sono inferiori a 5000 euro, ma non è proprio così.

Voglio subito essere chiaro e mettere in evidenza un concetto fondamentale. Qualunque sia l’attività che svolgi sul web (vendita infoprodotti, guadagni Adsense, affiliazioni), se la svolgi con una certa continuità e professionalità devi aprire partita iva anche se guadagni 100 euro. Non esiste nessun limite economico sotto il quale non sei obbligato. Qualunque altra soluzione che ti verrà proposta o che leggi sul web non è la soluzione che ti permettere di essere in regola con il fisco. Vediamo allora di fare un pò di chiarezza su partita iva, tasse da pagare e dichiarazione dei redditi.

Iniziamo con gli infoprodotti.
Sicuramente sapete bene di cosa parlo. Gli infoprodotti sono dei beni digitali venduti tramite un sito web, per esempio un ebook, che tratta un determinato argomento. Io stesso appassionato di web ed iscritto a molti gruppi e newsletter ne ho scaricati parecchi. Ci sono ebook che parlano di SEO, c’è il consulente marketing che vende un corso su come gestire una campagna facebook ads o adword, ecc….

Aspetti fiscali della vendita di infoprodotti

Come sappiamo un infoprodotto viene venduto sul web. In questo caso non c’è la spedizione materiale del bene, ma il prodotto digitale, dopo essere stato pagato viene subito reso disponibile sul proprio pc. Si tratta quindi di e-commerce diretto. Schematizzando occorre:

1) Aprire partita iva – codice ateco 47.91.10

2) Iscrizione Camera di Commercio – costi 35,50€ (bolli e diritti di segreteria) – diritto annuale 53€

3) Presentare SCIA in Comune (è discrezione del comune applicare o meno dei diritti di segreteria per il protocollo della pratica).

4) Iscrizione Inps e pagamento dei relativi contributi pari a circa 3600 euro annui.
Per ridurre al minimo i costi, requisiti permettendo, puoi aderire al regime forfettario. Paghi un imposta fissa del

5% per i primi cinque anni e puoi beneficiare di una riduzione inps del -35%. E’ importante che tu sappia che in questo regime non puoi scaricare nessun costo inerente l’attività perché in questi regime fiscale i costi sono forfetizzati (si applica un coefficiente di redditività).

Ti faccio un esempio per capire quante tasse paghi. Supponiamo che fatturi 7.000 euro. Avremo quindi:
Fatturato 7.000 euro
Coefficiente redditività 40%
Inps 3600-riduzione 35%= 2.340
7000*40%= 2.800 – 2340= 460*5%= 23 tasse da pagare

Ricapitolando su 7000 euro di fatturato paghi 2340 (inps) + 23 (tasse)= totale € 2363

C’è da aggiungere anche che se hai già un lavoro da dipendente, versi già i contributi in busta paga, quindi potrai risparmiare 2340 euro.

Per maggiori approfondimenti su questo tema di rimando al mio articolo: Dipendente e partita iva.
Tutto chiaro? Domande?

Affiliazioni e Adsense

Ho già trattato sul mio blog il tema di come dichiarare i guadagni di Google Adsense. Dal punto di vista fiscale, regolarizzare le entrate di adsense o affiliazioni varie non cambia nulla. Si tratta sempre di un attività imprenditoriale, e devi quindi adempiere a tutti gli obblighi fiscali richiesti a una qualsiasi attività tradizionale, e cioè:
• apertura della Partita Iva – codice ateco 73.11.02
• iscrizione alla Camera di Commercio
• Iscrizione all’INPS (Gestione Commercianti)

Per questo tipo di attività è previsto un coefficiente di redditività del 78%. Quindi fatturando per esempio 7.000 euro pagherai: 7.000*78%= 5.460- 2340 (Inps)= 3120*5%= € 156 tasse da pagare

Ricapitolando su 7000 euro di fatturato paghi 2340 (inps) + 156 (tasse)= totale € 2496

Se non è chiaro qualcosa lascia un commento proverò a risolvere i tuoi dubbi.

Guadagni inferiori a 5000 euro. Serve la partita iva?

L’affiliazione può essere considerata un’attività occasionale e, in quanto tale, non comportare l’obbligo di apertura della Partita Iva? La risposta è no e l’ho spiegato all’inizio del mio articolo.

L’Affiliate Marketing, svolto in maniera professionale e continuativa, legata a un sito web o a un blog che è attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno e genera costantemente ricavi, seppur minimi, non può essere certamente considerata attività occasionale. Non ci sono limiti di introiti al di sotto dei quali non si è obbligati ad aprire la partita iva.

Conclusioni

Spero davvero di averti chiarito le idee e aiutato a comprendere come stanno effettivamente le cose tra il Fisco italiano e l’Affiliate Marketing. Personalmente cerco sempre di tenermi aggiornato su un argomento inadeguatamente regolamentato e che lascia spazio a diverse interpretazioni.

Se vuoi avviare l’attività e hai bisogno di una consulenza personalizzata puoi tranquillamente contattarmi. Insieme troveremo la soluzione migliore in base alle tua situazione.

20 commenti su “Vendere infoprodotti: guida fiscale all’apertura della partita iva”

  1. ADEMPIMENTI FISCALI
    Nel caso della vendita di info-prodotti, è obbligatoria l’iscrizione alla camera di commercio e all’INPS, oltre alla partita IVA?

    1. Se l’attività è continuativa e professionale bisogna aprire la partita iva. Non è assolutamente vero che non occorre aprirla al di sotto dei 5mila euro come spesso leggo su molti forum. La vendita di infoprodotti è attività iscrivibile alla camera di commercio. Addirittura bisogna presentare la SCIA in comune (trattasi di ecommerce diretto). Non è obbligatorio emettere fattura se non è richiesta dal cliente.

  2. Buongiorno.
    Mi rivolgo a Voi perché sono interessata ad una consulenza via Skype finalizzata all’apertura di una partita IVA.
    Innanzitutto Vi espongo il motivo per cui vorrei avere tale consulenza.
    Ho intenzione di aprire la partita Iva col regime agevolato per insegnare, soprattutto online, l’italiano agli stranieri (in maggior parte giapponesi residenti sia in Italia che all’estero) e magari il giapponese agli italiani. Vorrei anche tentare la strada del commercio online: tramite un sito web che presenti ai giapponesi i miei corsi, e tramite siti specializzati, vorrei vendere dei prodotti e delle lezioni da scaricare. Mi piacerebbe inoltre provare a vendere foto, libri autoprodotti, file musicali, videocorsi e qualche oggetto di artigianato prodotto da me tramite marketplaces o direttamente dal mio sito.
    Desidero sapere qual è il miglior modo per inquadrare un’attività del genere lasciando aperte quante più porte possibile. Sarei orientata ad aprire la partita Iva come libera professionista (insegnamento, traduzioni, copywriting) e fare dell’e-commerce, che almeno all’inizio sarà probabilmente sporadico, un’attività occasionale. Ma forse questa non è la strada migliore, quindi vorrei da Voi un consiglio. In particolare mi interessa sapere queste cose:
    – se pubblicassi un sito web per insegnare l’italiano ai giapponesi dovrei pagare le tasse anche in Giappone? La mia sarebbe una scuola, cioè un’impresa? Dovrebbe avere una sede apposita?
    – come dovrei regolarmi in merito all’Iva e ad altre tasse se vendessi lezioni e prodotti (materiali o digitali) in vari paesi esteri?
    – qualora aprissi la partita Iva come libero professionista, un domani potrei cambiare qualifica e diventare commerciante rimanendo nel regime agevolato? O forse c’è la possibilità di essere al contempo libero professionista e commerciante (e magari anche artigiano)?

    Potreste per cortesia mandarmi un preventivo? Vorrei sapere quanto mi costerebbero:

    – La consulenza iniziale, che suppongo richieda un’ora.
    – L’apertura della partita IVA
    – Una breve consulenza nel caso abbia bisogno di un’informazione durante la mia attività, qualora non optassi per la gestione annuale
    – Eventualmente la gestione annuale (se optassi per la gestione annuale le informazioni di cui potrei aver bisogno via via sarebbero incluse? La consulenza iniziale e l’apertura di partita IVA sarebbero escluse?)

    In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.

    1. Buonasera,
      ritengo che la soluzione migliore sia quella di inquadrarsi come impresa e non come freelance. Questo le permette di svolgere tutti i servizi da lei indicati, quindi regolarizzare da subito anche l’attività di ecommerce. Infatti la vendita di videocorsi, ebook, infoprodotti rientrano nell’ecommerce diretto.
      Le tasse le paghe solo in Italia anche se il servizio viene svolto in un altro paese fuori dall’Italia, poichè è residente qui.
      Con questo inquadramento avrebbe i seguenti costi ed adempimenti:
      1) Presentazione SCIA al Suap
      2) Iscrizione registro imprese. Bolli e diritti 35,50€. Diritto annuale € 53,00
      3) Apertura partita iva
      4) Regime fiscale forfettario: pagamento di un imposta fissa del 5% per i primi 5 anni
      5) Iscrizione Inps. Aderendo al regime forfettario può beneficiare di una riduzione del 35%, quindi € 2500 circa annui

      Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Può contattarmi per un consulto gratuitamente.

  3. Salve, sono un ingegnere regolarmente iscritto al mio albo professionale (TE), con partita IVA e iscritto a INARCASSA (pago regolarmente, soggettivo e integrativo).

    Vorrei aprire contestualmente una ditta individuale per esercitare le seguenti attività:

    – installazione di cappotti termici in edifici, intonaci e finiture

    – vendita video corsi online

    Oltre alla camera di commercio, sono tenuto ad iscrivermi all’INPS o devo versare tutto a INARCASSA?

    Se dovessi demandare totalmente la mia situazione previdenziale ad INARCASSA, nelle fatture emesse relative alle attività che esulano dalla professione di ingegnere, devo comunque assoggettare il contributo integrativo 4%?

  4. io sono il titolare di un negozio e quindi pago già tutte le tasse relative ai commercianti.. vorrei sapere x vendere video on line devo usare la stessa P.iva o devo aprirne una apposta??

    1. Buonasera Pietro
      non deve aprire una nuova partita iva, ma deve semplicemente aggiungere un nuovo codice attività per la vendita online.

    2. Salve io sono un estetista dipendente a tempo indeterminato presso un hotel e ho aperto una partita iva per servizi alla persona per fare massaggi e corsi di massaggio infantile come libera professionista. Vorrei vendere un corso di massaggio infantile online scaricabile dal mio sito con un download. Devo registrarmi alla camera di commercio?

  5. Salve,

    sono già dipendente come impiegato a tempo indeterminato presso un’azienda se volessi aprire una partita iva come potrei fare?essendo già automaticamente iscritto all’inps quale sarebbe la soluzione migliore e spendere il meno possibile?grazie!

    1. Buongiorno Davide,
      la soluzione migliore è sicuramente quella di inquadrarsi come impresa, cioè con iscrizione alla Camera di Commercio. Se ci sono i requisiti può aderire al regime forfettario ed usufruire della tassazione agevolata al 5%, tassando così i redditi separatamente. Inoltre essendo dipendente non è tenuto a versare ulteriori contributi inps. Per una consulenza più approfondita se vuole può contattarmi. Buon lavoro.

  6. Grazie per la delucidazione, si certo credo in linea di massima di aver bisogno di una consulenza in merito, appena riesco a definire meglio il progetto.

  7. Buonasera Dottore Marra, ho lavorato con una affiliazione (offre servizi simili adsense) ma a differenza delle altre affiliazioni questa richiede che si indichi in fattura come descrizione “Consulenza Performance” vorrei sapere se questa descrizione è possible e anche compatibile con l’inquadramento di ditta individuale codice 73.11.02 con iscrizione inps gestione commercianti oppure se ci sono variazioni da fare al proprio inquadramento fiscale da ditta individuale, grazie, Buonasera

  8. Buongiorno dott. Marra, sono un Personal Trainer con PIVA a regime forfettario. Verso i contributi alla gestione separata. Vorrei iniziare a dare lezioni a distanza facendo video coaching online e nello stesso tempo vorrei anche produrre video corsi e venderli attraverso piattaforme come udemy. Devo iscrivermi alla camera di commercio ? Un amico ha fatto un interpello e gli è stato risposto di no.

    1. Buongiorno, a mio avviso la vendita di corsi online è associata al commercio elettronico diretto. Ritengo quindi che debba iscriversi al Registro Imprese.

  9. Buonasera Dottor Marra,
    l’articolo mi ha chiarito molti dubbi tuttavia ho una breve domanda:

    – Mi conferma che per guadagnare linkando prodotti in affiliazione non serve la scia?

    Grazie

  10. Salve, sono un personal trainer che ha sempre lavorato come dipendente nelle palestre. A breve ho intenzione di aprire una partita iva in quanto voglio creare un’attività su internet con sito apposito dove mi propongo sia come consulente sia come sponsorizzatore del mio videocorso di attività motoria dove insegno degli esercizi di ginnastica da fare a casa finalizzati al dimagrimento. So già che nonostante il videocorso l’ho costruito con la mia professionalità, la vendità di esso è inquadrato nella categoria commercio e non libera professione. La mia domanda è la seguente: se però io continuo a sponsorizzare il mio videocorso sul mio sito il quale si può ottenere solo dopo una consulenza che consiste in una compilazione di un form di domande specifiche per capire se il cliente è idoneo al corso, dove io successivamente valuterò le risposte ed in caso positivo darò l’ok per il videocorso, posso rimanere solo con una partita iva da libero professionista o sono obbligato ad aprire anche una partita iva di tipo commerciale, quindi impresa ? Ovviamente nel mio sito internet inserirò un pulsante dove indicherò ACQUISTA LA CONSULENZA dopodichè potrai ricevere il videocorso se ti darò l’idoneità, altrimenti ti rimborserò al 100% i tuoi soldi. Nelle ricevute inserirò la voce costo consulenza + piano di allenamento come quando si va da un personal trainer che fa consulenza+piano di allenamento o una nutrizionista che fa consulenza e piano alimentare.
    Attendo notizie in merito al mio quesito

    Saluti e grazie

    Marco

  11. Salve,
    ho P.IVA in regime forfettario e faccio consulenze di tipo informatico. Ho un canale YouTube e un blog, in entrambi pubblico gratuitamente videotutorial e articoli. Ora vorrei vendere videoconsulenze private online di 1 ora e la mia idea è quella di affidare la gestione della vendita e carrello ad un sito americano, sul mio blog metterei solo una pagina descrittiva del servizio e un pulsante che rimanda al sito americano per il pagamento. In questo scenario, quindi vendere solo videoconsulenze online private mi basta la mia p.IVA o devo iscrivermi anche alla camera di commercio?
    Grazie.

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