Il carico fiscale per le imprese è eccessivo. Questo è risaputo. Considerando anche l’IMU, infatti, le aziende sono costrette a versare un quantitativo di balzelli che potrebbe metterle facilmente in crisi e spingerle a ricorrere al capitale di terzi… ai prestiti in parole povere.
Tuttavia, qualche agevolazione c’è. Anche sull’IMU, per rimanere in tema.
Sto parlando dell’aliquota agevolata per i fabbricati invenduti. Un’imposta che si applica sugli “immobili-merce”, ovvero su quei fabbricati delle imprese edili costruiti per la vendita.
Il D.L. 1/2012, il cosiddetto, Decreto Liberalizzazioni, infatti, ha previsto la possibilità per i Comuni di ridurre l’aliquota IMU sui fabbricati costruiti e destinati alla vendita da parte dell’impresa costruttrice fino allo 0,38%. Vediamo di capire di che si stratta.
Partiamo col dire che l’aliquota deve essere ridotta con una delibera del comune. Anche se questo, sembra un po’ difficile, in quanto il 3,8 per mille dell’imponibile deve essere versato allo Stato ed il Comune non ne usufruirebbe.
L’articolo 56 del decreto legge sulle liberalizzazioni consente ai Comuni di dimezzare già da quest’anno la tassazione standard sui magazzini delle imprese di costruzione.
Una prima condizione per poter usufruire della riduzione, è che il contribuente che paga l’IMU si qualifichi come un’impresa di costruzione
L’uso dell’aliquota ridotta ha un limite temporale: tre anni. In effetti, trascorsi 36 mesi dall’ultimazione dei lavori si tornerà a subire il carico tributario pieno.
L’agevolazione cessa se il bene venga locato.
questa è l’ennesima bufala di monti,l’esenzione prevista in maniera totale nel decreto è sta stravolta nella legge che predispone che i comuni possono ridurre allo 0,28% ma non lo faranno come si farà?