In questo articolo affronto il tema delle false partite iva, cioè tutti quei rapporti di lavoro dipendente che si nascondo dietro l’apertura di una partita iva.
Se l’apertura di una partita Iva rientra tra i principali motivi che possono spingere un libero professionista ad avviare una nuova attività lavorativa in forma autonoma, la stessa cosa non può dirsi per coloro che collaborano con un solo committente e che alla base potrebbero configurare un rapporto di lavoro molto simile a quello di dipendente, configurando così il problema delle false partita iva.
Sommario
Cosa sono le false partite iva
Su un tema come quello delle false partite Iva, sono intervenuti diversi riferimenti normativi, come il più noto della riforma Fornero, che prevede alcuni aspetti che se riscontrati nella collaborazione del libero professionista, possono portare al passaggio verso la stipula di un contratto a tempo indeterminato:
– Tempi e modi in cui è eseguita la collaborazione.
– Componente economica.
Rispetto ai tempi e ai modi in cui è eseguita la collaborazione tra il libero professionista e un solo committente, è importante che il rapporto tra le parti non superi complessivamente gli otto mesi all’anno e per i due anni consecutivi. A ciò si aggiunge, la non presenza di una postazione di lavoro esclusiva e soprattutto fissa da parte del libero professionista presso la sede lavorativa del committente.
Laddove non si rispettino questi due requisiti, il rapporto tra le parti non è considerato come reale partita Iva e si passa alla stipula di un contratto di lavoro dipendente. Vi è inoltre anche un terzo requisito che può incidere nell’individuare la presenza di una falsa partita Iva e portare alla trasformazione del rapporto di lavoro tra le parti in un contratto di lavoro dipendente, la componente economica. Il limite imposto dalla legge è di non superare una percentuale dell’80% dei fatturati del professionista in due anni solari e relativi ad un solo committente.
False partite iva e lavoro dipendente
Oltre a requisiti puramente oggettivi per l’individuazione delle false partite Iva e della presenza di due tra i requisiti evidenziati in precedenza, scatta anche una prova da parte del committente nel dimostrare che non è presente un rapporto di lavoro dipendente tra le parti. Inoltre, vi sono alcune condizioni, che se presenti, non configurano la presenza di tale rapporto dipendente, ossia:
– Per attività soggette ad una successiva iscrizione ad albi professionali.
– Percorsi formativi svolti nella sede lavorativa che danno luogo a competenze teoriche e pratiche del libero professionista.
In definitiva, in tema di partite Iva e sul reale utilizzo per lo svolgimento della libera professione è da considerare:
– Il numero di committenti, poichè la presenza di un committente prevalente può configurarsi come falsa partita Iva.
– Le condizioni previste dalla Legge per la trasformazione in un rapporto di lavoro dipendente.
– Le eccezioni previste sempre dalla Legge per la non trasformazione in un rapporto di lavoro dipendente.