Una procedura alquanto complessa come la distruzione dei beni aziendali obsoleti, trova il principale riferimento normativo nel Decreto Sviluppo del 2011 e l’introduzione di un procedimento più semplificato, ma comunque formale, da dover rispettare per essere in regola con quanto disposto dalla legge.
Sommario
Distruzione beni aziendali obsoleti
Innanzitutto, è importante porre attenzione sul valore del bene dell’azienda da voler distruggere e che rispetto al passato prevede un limite maggiore per avviare la pratica di autocertificazione.
Tale valore, infatti, era pari a 5164 euro e a seguito dell’approvazione di nuovi contenuti nel Decreto Sviluppo del 2011, prevede un nuovo limite di 10.000 euro, entro cui poter procedere alla distruzione della merce mediante una sola autocertificazione e senza l’avvio quindi di procedure più costose e obbligatorie per beni di maggiore valore.
Perché questo tema è molto importante e richiede un’attenta valutazione del valore del bene per la relativa distruzione? Perché esistono alcune attività aziendali che presentano eccessivi carichi in magazzino di beni deteriorati o non al passo con i tempi, che devono essere eliminati per dare spazio ad un nuovo carico. Tuttavia, essendo beni specifici dell’azienda sarà necessario formalizzare il tutto e il valore della merce definisce come.
La procedura per la distruzione dei beni aziendali
A rafforzare l’aspetto normativo del come procedere alla rottamazione dei beni in azienda, vi è anche una circolare ministeriale (la numero 193/E del 1998) che interviene sulla fase formale da rispettare per la distruzione o la trasformazione del bene in un valore più basso dal punto di vista economico.
E dove una autocertificazione sulla distruzione dei beni dell’azienda e sulle modalità utilizzate nel caso di valori inferiori airo 10.000 euro, possono essere valide in sostituzione di un verbale più specifico redatto in presenza della Guardia di Finanza o con atto notarile.
Viceversa, laddove si accerti un valore maggiore del bene in azienda, altro riferimento normativo da considerare è il D.P.R. numero 441 del 1997, che definisce un obbligo di distruzione attraverso la prova scritta di una comunicazione specifica agli organi accertatori (Agenzia delle Entrate o Guardia di Finanza) oltre che di redazione di verbale e di un documento di trasporto.
In definitiva, per la distruzione dei beni aziendali occorre,
– Rispettare i nuovi limiti economici dei beni imposti dal Decreto Sviluppo del 2011 e delle procedure da poter attivare per la relativa distruzione.
– Per beni con valori inferiori ai 10.000 euro, può essere utilizzata un’autocertificazione.
– Per beni con valori superiori ai 10.000 euro sono necessari maggiori adempimenti, come la comunicazione agli organi accertatori e la redazione del verbale di distruzione.