Rispondendo a un interpello l’Amministrazione finanziaria ci ha tenuto a precisare che le condizioni per godere della deducibilità delle erogazioni liberali sono ridistribuite dalle Fondazioni. In poche parole, i terzi beneficiari devono operare senza scopo di lucro per il perseguimento delle finalità di interesse sociale e culturale che sono previste dalla norma agevolativa.
Deducibilità erogazioni liberali
Secondo l’art.100 comma 2 del Tuir, la deducibilità delle “erogazioni liberali fatte a favore di persone giuridiche che perseguono esclusivamente finalità comprese fra quelle indicate nel comma 1 o finalità di ricerca scientifica per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito d’impresa dichiarato”. Lo scopo della suddetta norma è quello di incrementare l’utilità sociale dell’impresa facendo in modo che la stessa sia incentivata per il miglioramento delle condizioni sociali della collettività e non solo di quella dei dipendenti. La disposizione in esame, secondo la risoluzione n 234/E del 17 luglio 2002, da risalto soprattutto all’aspetto finalistico dell’erogazione, delimitando anche i beneficiari delle erogazioni stesse in riferimento alle finalità che sono state perseguite in via del tutto esclusiva.
In parole povere, le erogazioni liberali che sono previste dall’articolo 100, comma 2, del Tuir sono deducibili nel caso in cui il beneficiario dell’erogazione ha una personalità fisica oppure persegue una o più finalità tra quelle di istruzione, educazione, assistenza sociale o sanitaria, ricreazione, ricerca scientifica oppure culto. La deduzione in parola è prevista anche per le imprese che effettuano erogazioni a soggetti con finalità di interesse pubblico che il Legislatore reputa meritevoli di sostegno. La deduzione non può essere applicata invece nel caso in cui il soggetto beneficiario svolge un’attività lucrativa.
Le finalità perseguite dai soggetti beneficiari devono necessariamente essere verificate tenendo conto delle norme primarie e regolamentari del settore di competenza in base a previsioni recate da statuti o atti costitutivi dei beneficiari stessi. La delimitazione dei destinatari delle erogazioni liberali tenendo conto delle finalità perseguite non è vincolante nel caso in cui l’ente beneficiario voglia porre in essere attività che si qualificano come attività commerciali. C’è da dire poi che l’assenza del fine di lucro non va di pari passo con la “non commercialità” e deve risultare a una previsione statuaria esplicitandosi nella concreta attività svolta: ciò può avvenire anche tramite la destinazione del patrimonio e degli utili, di cui però deve essere esclusa la ripartizione, alle finalità sociali perseguite dall’ente. Infine la persona giuridica che non ha scopo di lucro può diventare un soggetto erogante finanziamenti nei confronti di altri organismi.