Contabilità ordinaria e semplificata, differenze e volume d’affari

La tenuta della contabilità viene fatta quasi sempre coincidere con la figura del commercialista, nonostante siano tante le riforme inerenti l’ambito professionale e gli sbocchi che riguardano questa figura professionale. Oggi parliamo della contabilità ordinaria e semplificata, analizzando la differenza tra le due.

Per ciò che concerne le imprese in contabilità semplificata, esse rappresentano senza alcun dubbio la gran parte delle imprese presenti in Italia. Questo perchè il Bel Paese è caratterizzato da tantissime culture che a loro volta determinano una sorta di frammentazione delle attività economiche. Va da sé che la piccola e media impresa gode di un maggior sviluppo se paragonate alla grande impresa nel territorio italiano.

Ma, a tal proposito, sono molte le persone che s’interrogano in merito al perché, sempre in merito alle piccole e medie imprese, si debba parlare di contabilità e in che circostanza questa vada attuata.

Ebbene, bisogna sapere che è possibile distinguere la contabilità in tre tipologie: semplificata, ordinaria.

Contabilità ordinaria e semplificata: il volume d’affari

Ognuno di questi è scelto in base a quella che è la portata degli affari. Se superiori ai 400.000 euro è obbligatorio passare in contabilità ordinaria; tale limite è riservato ad attività di servizi; se inferiori, invece, si può scegliere fra contabilità semplificata e ordinaria. Sopra ai 700.000 euro è obbligatorio la tenuta della contabilità ordinaria; tale limite è riservato ad altre attività diverse da quelle di servizi; sotto tale soglia è possibile scegliere fra contabilità semplificata e ordinaria. 

Ciò detto, quali sono le differenze, in termini di costo, per ciascun commercialista quando si trova ad operare con tutti e due i regimi. Innanzitutto, in caso di contabilità ordinaria, bisogna agire in “partita doppia”, ciò significa che si dovrà tener conto di ciascun movimento finanziario. Questo è il motivo per cui la tipologia in esame richiede un costo per gli adempimenti contabili superiore a quello previsto da tutte le altre contabilità.

Per ciò che concerne la contabilità semplificata, i costi riguardano soprattutto l’IVA e l’operatività, poi, si sostanzia nella registrazione delle fatture nonchè degli altri costi. Ad ogni modo, il costo per gli adempimenti risulta essere al di sotto di quello della contabilità ordinaria.

 

1 commento su “Contabilità ordinaria e semplificata, differenze e volume d’affari”

  1. Buonasera,
    Sto gestendo un’agenzia di viaggi mediante il procedimento di detrazione “base da base”, ossia come differenza, da calcolare al lordo dell’imposta, tra (art. 74-ter co. 2 del DPR 633/72 e art. 2 co. 1 del DM 340/99)il corrispettivo dovuto all’agenzia e i costi sostenuti dalla stessa per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da terzi a diretto vantaggio del viaggiatore.
    Il problema che si pone è che alcune fatture di costo sono datate nell’anno successivo quindi mi si crea uno sfasamento nella liquidazione dell’Iva dandomi un enorme debito Iva nell’anno in corso e un enorme credito nell’anno successivo. Come posso risolvere la questione? Grazie

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