In tempi di crisi ogni soluzione è buona per arrotondare lo stipendio. Se possedete un appartamento che non utilizzate del tutto e avete quindi una stanza libera, una buona opportunità è quella di fittarla. Una scelta ottimale soprattutto per single e pensionati che abitano in una grossa città, dove i grossi eventi non mancano (si pensi a Expo) e le opportunità quindi sono maggiori. Ciò è consentito anche dalla legge. La normativa di riferimento è la L. 431/98.
Come affittare una stanza
Per gli affitti di breve periodo, cioè inferiori a 30 giorni, non c’è l’obbligo di registrare il contratto.
Basterà redigere una semplice scrittura privata tra le parti, che non deve essere registrata. Al conduttore dovrà essere rilasciata una normale ricevuta d’affitto; indicherete gli importi nella dichiarazione dei redditi.
Diversamente, per periodi superiori a 30 giorni occorre registrare un contratto di locazione. Le alternative sono:
– contratto libero: il canone viene stabilito liberamente tra le parti e la durata minima è di quattro anni.
– contratto a canone concordato: la durata del contratto è di tre anni; il resto è stabilito entro i parametri fissati dalle associazioni di categoria.
– contratto transitorio: è quello più diffuso. Infatti, la sua durata può variare da 1 a 18 mesi e non prevede obblighi di rinnovo automatico.
Per quanto riguarda la tassazione si può scegliere tra la cedolare secca o la tassazione ordinaria.
Infine un piccolo suggerimento. Stabilite nel dettaglio la suddivisione delle spese, fate un inventario dell’arredo e concordate l’uso degli spazi comuni.