Cedolare secca: quali sono i vantaggi per il contribuente?

Se avete stipulato un contratto convenzionato, la nuova aliquota determinerà un risparmio d’imposta del 5%, ossia di 180 euro all’anno congiuntamente ad un canone mensile di 300 euro. Se, invece, dovete siglare una nuova locazione, con la riduzione del prelievo ci si chiede se convenga di più la tassazione ordinaria o la cedolare e se sia da preferire l’affitto libero a quello concordato. Ebbene per rispondere a queste domande basta operare le seguenti osservazioni.

Con il Decreto Legislativo n. 23 del 2011, nell’art. 3, relativo alle “Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale”, ha fatto la sua comparsa la cedolare secca, con decorrenza dal 2011.

Contratto cedolare secca: vantaggi

Rispetto all’ordinariocontratto cedolare secca vantaggi IRPEF, il nuovo regime di tassazione in esame, è rivolto alle persone fisiche in base ai redditi fondiari che derivano dalla locazione di immobili a scopo abitativo. L’opzione per la cedolare secca, in particolare, dal 2013 determina ulteriori vantaggi a favore del contribuente come, ad esempio: la previsione della riduzione, dal 19 al 15 per cento, dell’aliquota della cedolare secca per i contratti di locazione a canone concordato; la riduzione della differenza tra base imponibile in caso di cedolare secca e in caso di tassazione ordinaria.

Se il canone di locazione è superiore alla rendita catastale rivalutata del 5%, l’imposta sostitutiva si applica per intero sul canone; contrariamente il reddito imponibile emergerà dalla rendita catastale che viene rivalutata in questo modo: 5% per i contratti di locazione in generale; 25% per i contratti di locazione di immobili nel centro di Venezia e nelle isole vicine; 5% per i contratti che presentano un canone convenzionato; al 35% per gli immobili che godono di un interesse storico e artistico.

Tra l’altro, nel caso in cui il locatore faccia esercizio del nuovo sistema di tassazione, la cedolare secca va applicata solamente ai redditi che derivano da contratti di locazione, determinando, così, la comparsa, nello stesso periodo d’imposta, di redditi fondiari derivanti da contratti di locazione che sono soggetti a cedolare secca, da un lato, e redditi fondiari che sono soggetti ad IRPEF e connesse addizionali, dall’altro.

E’ evidente, in conclusione, come con le novità del 2013, la cedolare convenga un po’ a tutti. Ciò che risulta, invece, arduo è se sia meglio optare per il contratto libero o concordato. Chi firma un contratto a canone concordato, infatti, si chiede se lo sconto sulla cedolare sia tale da compensare la riduzione di canone dal momento che accetta l’incasso di una cifra più bassa rispetto a quelli che sono i valori di mercato, tuttavia è obbligato al pagamento di tasse ridotte sul reddito da locazione.

1 commento su “Cedolare secca: quali sono i vantaggi per il contribuente?”

  1. il problema è se nel comune dove risiede immobile da locare è si un comune ad alta concentrazione abitativa, ma pare non siano stati firmati accordi tra le parti per i canoni concordati, che si fa? si puo stipulare lo stesso il contratto di locazione? ma a che canone?

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