Avviare un’attività artigiana non è impresa semplice, numerose sono le strade percorribili e i bivi che il futuro imprenditore può trovarsi di fronte. Molto dipende dall’attività economica che intende esercitare, ma anche dal territorio in cui sceglie di operare. Esistono però rotte ben identificabili all’interno della normativa che possiamo prendere a riferimento per indicare le principali azioni da compiere.
Sommario
Cosa si intende per impresa artigiana
Prima di seguire l’imprenditore nel suo cammino è necessario rispondere ad una domanda: cosa si intende per artigianato? Se analizziamo la classificazione delle attività economiche – Ateco 2007 – troviamo elencati i settori dell’industria, del commercio, dell’agricoltura, della pesca, ma non il settore dell’artigianato.
L’artigianato è una modalità particolare in cui l’imprenditore organizza la sua attività, è un settore identificabile solo caso per caso: una stessa attività economica può essere esercitata da un’impresa artigiana o da un’impresa industriale o, in alcuni casi, da un professionista.
Un’attività è artigiana se sussistono alcune caratteristiche individuate dalla legge quadro per l’artigianato (443/85) agli articoli 2, 3 e 4:
- partecipazione personale dell’imprenditore al processo produttivo con il proprio lavoro, anche manuale;
- assunzione da parte dell’imprenditore della piena responsabilità dell’impresa;
- rispetto di determinati limiti dimensionali (vedi box 1);
- adozione di determinate forme giuridiche d’impresa (vedi box 2);
- possesso di requisiti professionali ove richiesti dalla legge.
Sono escluse le attività agricole, quelle di prestazione di servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione dei beni, di somministrazione di alimenti e bevande (salvo il caso che siano strumentali e accessorie all’esercizio dell’impresa artigiana). Ci sono attività che nell’esperienza quotidiana consideriamo artigiane in quanto svolte in larghissima misura da imprese che rispondono ai requisiti di legge, come nel caso di acconciatori, elettricisti, idraulici, meccanici, e altri. Accanto a queste esistono nuove attività artigiane che rispondono alle richieste di servizi alla persona sempre più specializzati, come l’onicotecnico, il make up artist e il tatuatore.
Sono in crescita anche attività artigiane legate alle nuove tecnologie informatiche come web designer, sviluppatore di app e stampatori 3D, tanto che il ministero dello Sviluppo economico ha previsto bandi specifici per l’artigianato digitale (si veda da ultimo il Dm del 21 giugno 2016). In definitiva, non esiste un elenco tassativo delle attività artigiane: l’artigianato è “in divenire”.
Definito cosa sia l’artigianato vediamo quali sono i primi passi dell’imprenditore.
Avvio attività artigianale: gli adempimenti
In primo luogo va organizzata l’azienda, quindi scegliere la sede dell’impresa e i locali produttivi (tralasciamo per brevità le forme particolari dell’artigianato: ambulante, di posteggio o presso la sede del committente). Occorre verificare se i locali siano a norma per l’attività scelta. Le principali norme da verificare sono quelle ambientali, antincendio, sanitarie e urbanistiche, tra cui la destinazione d’uso dei locali.
Una volta individuati gli adempimenti necessari, l’imprenditore deve presentare la Comunicazione unica per la nascita dell’impresa (articolo 9 Dl 7/07). Con questa si ottengono partita Iva e iscrizione al Registro imprese, elementi imprescindibili per l’avvio dell’impresa. La Comunicazione unica si presenta, in via telematica, all’ufficio del Registro imprese nella cui circoscrizione ha sede l’impresa. Per presentare la Comunicazione unica l’imprenditore deve munirsi di due strumenti informatici: firma digitale e Posta elettronica certificata – Pec; su www.agid.gov.it sono consultabili gli elenchi dei rivenditori accreditati dall’Agenzia per l’Italia digitale.
Si può ovviare all’acquisto della firma digitale rivolgendosi ad un intermediario e rilasciando a quest’ultimo una procura speciale all’invio della Comunicazione unica. Alcune Camere di commercio non accettano la procura speciale, per questo è opportuno verificare preliminarmente l’orientamento della Camera di riferimento.
La Pec è obbligatoria per tutte le imprese siano esse società (articolo 16, comma 6, del Dl 185/08) o imprese individuali (articolo 5 del Dl 179/12). L’indirizzo Pec è molto importante per il futuro imprenditore costituendo il “domicilio digitale” dell’impresa, che si aggiunge al tradizionale “domicilio fisico” (sede legale). Le pubbliche amministrazioni possono utilizzare la Pec per inviare comunicazioni all’imprenditore, sostituendo la tradizionale raccomandata cartacea. Gli indirizzi Pec delle imprese sono consultabili attraverso la banca dati pubblica www.inipec.gov.it. A questo punto, tramite la Comunicazione unica, l’imprenditore dovrà probabilmente iscrivere l’impresa al Registro come “inattiva” in quanto, nella maggioranza dei casi, sarà necessario richiedere alcune autorizzazioni per “mettere a norma” i locali.
L’iscrizione al Registro imprese come “inattiva” permetterà di compiere gli atti necessari per organizzare l’azienda; in primo luogo stipulare contratti di locazione o di acquisto dei locali, dei macchinari e dei materiali per la produzione.
Non potrà, tuttavia, avviare l’attività imprenditoriale, in attesa di ottenere le autorizzazioni.
Con l’iscrizione al Registro imprese scatta anche l’obbligo di pagare, entro 30 giorni, il diritto annuale alla Camera di commercio (sono esentate solo le start up innovative). Il pagamento può avvenire direttamente con l’iscrizione in Camera di commercio o con F24. Tale diritto per il 2017 sarà pari a 44 euro per le ditte individuali e a 100 euro per società.
Requisiti locale artigianale
L’imprenditore “inattivo” affronta ora lo scoglio più grande: l’autorizzazione dei locali.
Molti si chiederanno se è possibile aprire un’attività artigianale in casa.
La situazione varia moltissimo a seconda dell’attività e del territorio. Va individuato lo Sportello Unico per le attività produttive (Suap) del Comune di riferimento consultando il portale www.impresainungiorno.gov.it. Qui troverà il link al sito del Suap, la casella Pec istituzionale, il nominativo del responsabile dello Sportello e altre informazioni. L’invio della documentazione al Suap, a seguito della riforma del 2010 (Dpr 160/10), deve avvenire solo in via telematica, anche se permangono comportamenti difformi da Comune a Comune non essendo stata individuata un’unica interfaccia nei rapporti con l’utenza.
Ottenuti i titoli autorizzatori dei locali, l’imprenditore dovrà verificare se l’avvio dell’attività sia sottoposta al regime amministrativo della Segnalazione certificata di inizio attività (Scia ) oppure sia un’attività libera. Le attività sottoposte alla Scia sono individuate da specifiche leggi di settore, mentre quelle “libere” – ad esempio edilizia e settore manifatturiero – sono prive di norme che ne disciplinino il regime di avvio. Solamente nel primo caso, l’imprenditore dovrà inviare sia la Scia allo Sportello unico, allegandovi i titoli ottenuti in precedenza, sia la Comunicazione unica al Registro imprese per dichiarare l’impresa “attiva”. Nei casi di attività libera sarà sufficiente l’invio della Comunicazione unica.
I costi della Scia variano da Comune a Comune: si va da 0 a 100 euro circa.
Nel presentare la Comunicazione unica per dichiarare l’impresa “attiva”, l’imprenditore artigiano deve, inoltre, autocertificare il possesso dei requisiti per l’iscrizione all’Albo delle imprese artigiane (articolo 9 bis, Dl 7/07). Con l’iscrizione si acquisisce la qualifica artigiana per concorrere all’attribuzione degli incentivi riservati dalle leggi regionali alle imprese artigiane e determina l’iscrizione nelle posizioni previdenziali e assistenziali dell’artigianato.
Da segnalare che la procedura per ottenere la qualifica artigiana non è più uniforme a livello nazionale a seguito della riforma costituzionale del Titolo V del 2001. In molti casi le Regioni hanno affidato tale funzione alle Camere di commercio, in altri è stata mantenuta l’apposita Commissione provinciale dell’artigianato (Cpa). Un numero limitato di Regioni – Campania, Lombardia, Piemonte, Toscana e la provincia autonoma di Bolzano – si è spinto oltre, abolendo lo stesso Albo delle imprese artigiane e prevedendo la sola iscrizione nella sezione speciale del Registro imprese. Una volta ottenuta la qualifica artigiana, l’imprenditore può finalmente “alzare la saracinesca”.
salve, gradirei un chiarimento riguardante l’apertura di un’attivita di fabbro artigianale non solo: cambio di destinazione, scia e altro, ma i locali considerato il realizzo di manufatti in ferro e acciaio, per cui necessita di saldature, tagli con smeriglie e lucidatrice con flessibile, tutto questo provoca rumori ed inquinamento. Mi chiedo il locale dovrebbe essere messo nelle condizioni di non nuocere gli abitanti posti nelle vicinanze; per cui necessita di adeguare il locale con insonorizzazioni e aspirazioni di fumi di scarico da portarli sul tetto.
Vi ringrazio se mi date una risposta a questi ultimi accorgimenti da porre il locale.